Mandra Cerrone "OSTIE"
Area Espò, Spoltore, PE
"ORO" aprile 2006
Sono una viaggiatrice senza meta, solitaria, mi appassiono ai percorsi poco battuti.
Da un po’ di tempo frequento le terapie “altre”
Il mio viaggio è iniziato quando mi è capitato tra le mani il testo di Alejandro Jodorowsky, Psicomagia (1997), ho capito che c’era in giro un genio e ho deciso di conoscerlo.
Ho frequentato i seminari di Alejandro e di Cristobal , suo figlio, che ha integrato alla psicomagia la sua ricerca psicosciamanica:, da loro ho imparato che la creatività sciamanica è l’espansione dello stato di coscienza e del punto di vista su se stessi. e che lo sciamanesimo è un’esperienza-azione trasmissibile, non un’idea
Cristobal si definisce un mistico free lance (ma nel frattempo avrà gia cambiato altre mille “definizioni”)
Con lui si cerca di superare la percezione parziale di se stessi per giungere alla percezione totale di qui e ora, vivere nel presente equivale a far sparire lo spazio ed entrare nella totalità.
L’immaginazione in azione è energia, è il luogo dell’infinito e dell’eterno che esiste dentro di noi, questo luogo è il fine della ricerca psicosciamanica.
La vita sociale, personale e familiare è regolata da schemi, in particolare da schemi legati all’aspetto fisico, all’apparenza; finalizziamo il lavoro all’eliminazione di queste regole per arrivare all’essenza pura, alla disidentificazione totale che libera la vera personalità, che è la divinità, il diamante interiore.
Essere coscienti di un problema secondo Alejandro non basta a risolverlo, bisogna compiere un’atto psicomagico (un’azione metaforica che realizza la pulsione), ma fare questo è difficile perché apre il dolore
E’ un atto di coraggio, è il tentativo di allargare un po’ il proprio limite.
Un “atto” è un momento “teatrale” in cui la rappresentazione simbolica e il coinvolgimento emotivo in qualche modo sciolgono il nodo doloroso.
Alejandro ha più volte ribadito che la psicomagia non e' una terapia artistica, e' un'arte terapeutica.
Da un po’ di tempo frequento le terapie “altre”
Il mio viaggio è iniziato quando mi è capitato tra le mani il testo di Alejandro Jodorowsky, Psicomagia (1997), ho capito che c’era in giro un genio e ho deciso di conoscerlo.
Ho frequentato i seminari di Alejandro e di Cristobal , suo figlio, che ha integrato alla psicomagia la sua ricerca psicosciamanica:, da loro ho imparato che la creatività sciamanica è l’espansione dello stato di coscienza e del punto di vista su se stessi. e che lo sciamanesimo è un’esperienza-azione trasmissibile, non un’idea
Cristobal si definisce un mistico free lance (ma nel frattempo avrà gia cambiato altre mille “definizioni”)
Con lui si cerca di superare la percezione parziale di se stessi per giungere alla percezione totale di qui e ora, vivere nel presente equivale a far sparire lo spazio ed entrare nella totalità.
L’immaginazione in azione è energia, è il luogo dell’infinito e dell’eterno che esiste dentro di noi, questo luogo è il fine della ricerca psicosciamanica.
La vita sociale, personale e familiare è regolata da schemi, in particolare da schemi legati all’aspetto fisico, all’apparenza; finalizziamo il lavoro all’eliminazione di queste regole per arrivare all’essenza pura, alla disidentificazione totale che libera la vera personalità, che è la divinità, il diamante interiore.
Essere coscienti di un problema secondo Alejandro non basta a risolverlo, bisogna compiere un’atto psicomagico (un’azione metaforica che realizza la pulsione), ma fare questo è difficile perché apre il dolore
E’ un atto di coraggio, è il tentativo di allargare un po’ il proprio limite.
Un “atto” è un momento “teatrale” in cui la rappresentazione simbolica e il coinvolgimento emotivo in qualche modo sciolgono il nodo doloroso.
Alejandro ha più volte ribadito che la psicomagia non e' una terapia artistica, e' un'arte terapeutica.
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