venerdì 29 giugno 2007

Il tuo "frutto proibito"


Puoi dirmi, se lo preferisci in forma anonima, qual'è il tuo "frutto proibito"?
Grazie
Mandra
...
>>> E' da anni che ci penso e mi sa proprio che è la FRAGOLA

>>> E' qualcosa che capita di rado perchè non si potrebbe fare e perchè la scenografia è disponibile solo in un periodo dell'anno...sai è un luogo pubblico e per di più toccato dalla mano di Dio; comunque te lo dico. Fare l'amore con la propria compagna in tarda notte nel piazzale antistante San Liberatore a Maiella; l'erbetta fresca, i suoni della natura e, soprattutto, migliaia di lucciole rendono lo spettacolo indimenticabile...

>>> molto, molto succoso... rosso, maturo dolce e un po' acidulo..susina rossa, matura e soccosa....
macch' anonimato... certe "preferenze" vanno reste manifeste... non si sa mai... trovi uno golosissimo di susine....con la sfiga che mi ritrovo magari ne trovo uno "allergico"...( sto rilleggendo la mereu)

>>> Ma la banana!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

>>> il proibito è la libertà di dire, di fare.... booo

>>> in trentino le mele sono il frutto del lavoro non del peccato, vengono faticosamente raccolte a € 6,00 l’ora

>>> Che razza di domanda!Ti aiuto ben volentieri, ma almeno svelami qualcosa della mostra. So' curioso!Frutto è inteso in senso metaforico o ortofrutticolo?

>>> Certo come no...io adoro la banana e il cocomero....:) ciao ciao

>>> ti sembrerà strano, ma è una semplice storia della mia infanzia; la pesca.sai, le pesche vellutatine, quelle un po' a punta (più rare, rispetto alle pescone cicciottòne che oggi si trovano in commercio. beh, questo banalissimo frutto è per me il frutto proibito, senza allegoria alcuna (a parte episodi affettivi) nè metafora. un frutto autentico.

>>> non riesco a capire cosa vuoi sapere perché le "....." mi mettono fuoripista dal punto di vista della interpretazione del messaggio se ti riferisciad un frutto non sento nessuna forma di proibizione perché posso comperarmiciò che desidero(compatibilmente con il prezzo di mercato). Se le virgolettestanno invece ad indicare l'oggetto lontano dei miei desideri allora tirispondo che vorrei fare un viaggio lontano ,possibilmente in un marebello,con chi mi piace. Non so risponderti diversamente. Aggiornami

>>>. ....PAOLA.

>>> Il mio frutto proibito è e rimarrà sempre lo stesso: la coltivazione un po' morbosa di una certa parte del mio cervello che si bea dei propri "sragionamenti".
Ti sembrerà strano, ma questa cosa per me ha tutto del frutto proibito: la tentazione, l'estasi, la gratificazione, la vanità, la colpa, la punizione, il pentimento, l'espiazione, la redenzione.

>>> Ero sotto un albero di noci in un luogo deserto, quando ho visto due ragazze uscire da una casa diroccata disabitata, entrambe in minigonna di jeans con le mani libere. E che ci fanno qui queste? Non credo che sono venute a prendere le noci! ho pensato tra me. Quando ci hanno visti sono sembrate sorprese e si sono messe a camminare quasi di corsa, una avanti e l'altra dietro a diversi passi di distanza, come se non si conoscessero. Una si aggiustava la gonna l'altra i capelli. Le ho seguite incuriosita finchè non sono arrivate ad un motorino parcheggiato abbastanza lontano sulla strada asfaltata. Questa semplice immagine mi ha fatto venire in mente che le due giovani ragazze si erano nascoste dentro il rudere per farsi l'amore. Forse è vero forse no. Ma io l'ho pensato e pensandolo ho immaginato che mi sarebbe piaciuto guardarle senza essere vista, come pure mi sarebbe piaciuto guardare due ragazzi. Allora mi sono ricordata di te. Ecco il "frutto proibito" per Mandra! ho detto.

>>> La mela n zanna……….prego
>>>solo per oggi ....la pesca

>>> E' questo il nostro proibito: non vivere intensamente ogni atto creativo!

>>> Le attenzioni per te sono il mio desiderio continuo, mentre il mio desiderio proibito è di rimanere immobile forse scomparire

>>> Il mio frutto proibito è sperimentare la pura gioia di sentirmi totalmente, completamente amata. Altrettanto proibito saper amare senza condizioni, ne aspettative.

Il giardino dell'Eden

Eros ama Lucifero avvolge
Eros guida Lucifero consiglia
Eros sa Lucifero sospetta
Eros è verità Lucifero apparenza
Eros è bello Lucifero ammaliante
Eros tace Lucifero nasconde
Eros è semplice Lucifero facile
Eros è generoso Lucifero grandioso
Eros è sacro Lucifero religioso
Eros insegna Lucifero è accademia
Eros governa Lucifero è politica
Eros è ribellione Lucifero setta
Eros è giusto Lucifero morale
Eros crea Lucifero copia
Eros è felicità Lucifero esaltazione
Eros è ordine Lucifero imposizione
Eros è libertà Lucifero privilegio
Eros è tollerante Lucifero pietoso
Eros è delicato Lucifero signorile
Eros è disegno Lucifero schema
Eros è lungimirante Lucifero è prevenzione
Eros è arte Lucifero tecnico
Eros è sano Lucifero igienico
Eros è folle Lucifero pazzo
Eros è intuito Lucifero veggenza
Eros è sbaglio Lucifero colpa
Eros è in tutto Lucifero in noi
Eros è Lucifero c’è
Eros è ridente Lucifero ridicolo
Eros ride Lucifero striscia

Gabriella Mereu

Frutto Proibito


Progetto per
SEMIPROIBITI
VIII ed I Colori Del Territorio, Spoltore

LABIRINTO IN GIOCO; ARTE VOCE DELLA NATURA
A cura di Antonio PICARIELLO

Autore
Mandra Cerrone
Titolo
Frutto Proibito

Frutto proibito è ancora in fase di sperimentazione (soluzioni tecniche e incisività del concept).

Presumibilmente sarà un’installazione composta di tre elementi portanti

° Mele con sulla buccia immagini erotiche, assolutamente commestibili
Proseguendo nella ricerca iniziata con le Ostie offro di nuovo del cibo psicomagico; attraverso il simbolismo della mela, reso più esplicito dall’ immagine che veicola, possiamo, mangiandone, integrare il peccato, la colpa, le proibizioni.

° “il giardino dell’Eden” testo tratto da “la malattia la trappola dell’eros” di Gabriella Mereu
Lo esporrò perché secondo me, rileva perfettamente la fine differenza tra bene e male, (Eros e Lucifero)…

° Un ’”urna” (potrebbe essere un bozzolo in cartapesta dorata).
In cambio della mela invito i visitatori a rivelarmi in forma anonima il loro “frutto proibito” attraverso bigliettini predisposti da inserire nell’urna; pensavo a un bozzolo perché è possibile che si trasformino … non so, in farfalle.

Appunti

Il Frutto proibito della conoscenza
“…qualora voi ne mangiaste, vi si aprirebbero gli occhi e diventereste come Dio, acquistando la conoscenza del bene e del male…”
Continuo a lavorare sul “processo”, a individuare “strumenti”.
Continuano le operazioni metaforiche sul corpo fisico.
Desidero la partecipazione del pubblico, lo invito a condividere ciò che esperisco nella mia vita personale pur toccando temi sociali, religiosi, spirituali.
Lo invito nella mia ricerca di bellezza, che è l’incontro con il divino.
E a rivelarmi qualcosa che non so, un segreto, un desiderio-paura.

Il testo di Gabriella Mereu è lo specchio poetico del nostro oscillante libero arbitrio:
Eros è giusto Lucifero morale / Eros crea Lucifero copia / Eros è in tutto Lucifero in noi

«Molte volte si è portati a pensare troppo al peccato originale, dimenticando l'originale innocenza ». (papa Innocenzo III per Franco Zeffirelli)

Eros, immagini.
Ho chiesto, interrogato; il peccato e le proibizioni si legano al sesso.
L’energia sessuale ha una ragione divina; questa energia è puro potere, pura medicina, è curativa, fa miracoli, dà libertà, è per questo che viene continuamente repressa dal sistema sociale e dalla famiglia.

E’ un gioco, labirintico.
Ho creduto di essere Arianna sull’isola deserta.
Cambiando punto di vista divento Dedalo
“…il simbolo dell’artista scienziato, quell’essere curiosamente disinteressato e quasi diabolico, superiore ai giudizi della società, che agisce non secondo la morale del suo tempo ma secondo quella della sua arte. Egli è l’eroe della libertà di pensiero…
E così noi possiamo rivolgerci a lui, come fece Arianna. Il lino per il suo filo egli l’ha raccolto nei campi dell’umana attività creatrice. Nel taglio, nella scelta, nella filatura di quel lino strettamente ritorto sono condensati secoli di diligente lavoro di innumerevoli esseri.”
Ma anch’io sono in viaggio, come tutti gli eroi.
“…noi dobbiamo soltanto seguire il filo svolto dall’eroe. E dove avevamo creduto di trovare un mostro troveremo un dio, dove avevamo previsto di uccidere ci uccideremo, dove credevamo di dover proseguire, troveremo il centro della nostra esistenza, dove avevamo creduto d’essere soli troveremo tutta l’umanità”
(L'eroe dai mille volti, J. Campbell)

Troppe citazioni ne convengo, amo molto chi scrive così come io creo immagini.

mercoledì 27 giugno 2007

Shirin Neshat


Esplora da alcuni anni la complessità delle condizioni sociali all'interno della cultura islamica, rivolgendo uno sguardo particolare al ruolo che qui ha la donna: nelle sue foto e nei suoi video incontriamo corpi velati, martiri, sottomessi, che si devono relazionare con la violenza ed il terrorismo, immagini intense e fortemente connotate. Il suo è un corpo che sente, nel confronto intimamente vissuto delle culture, le possibilità di intersezione che l'hanno portata ad avere una visione anticonvenzionale e a mantenere un forte distacco dai pregiudizi, tanto quelli del mondo Orientale quanto quelli del mondo Occidentale.

Karin Andersen


Attraverso le sue opere, l’artista tedesca crea un mondo fantastico, una realtà parallela che le consente di prendere le distanze dalla società, creandone una proiezione onirica in cui definisce ed analizza con estrema sensibilità i mali del nostro mondo. Le creature della Andersen sono esseri che, pur mantenendo un comportamento tipicamente umano, si differenziano da noi nelle peculiarità fisiche, a metà tra animali ibridati con l’uomo e le autoclonazioni. L’artista partorisce mostri leggeri come sogni, paradossi digitali che abitano gli spazi della quotidianità come i supermercati o le stazioni della metropolitana, denunciando un irreversibile dissesto ecologico a cui tutti noi partecipiamo in prima persona.

martedì 26 giugno 2007

Cecilia Falasca


Questo è il mio ultimo intervento attuato nella chiesa templare di S. Giovanni Battista di Penne, in occasione del solstizio d'estate. La mostra collettiva insieme a Stefania Silvidii e Carlo Volpicella si protrarrà per tutto il mese di luglio.
Cecilia Falasca

lunedì 25 giugno 2007

Vanessa Beecroft


Progetto South Sudan
Madonna Gravida, 2006. Cristo Nero, 2006. Courtesy Lia Rumma, Milano/Napoli.
©Vanessa Beecroft.

venerdì 15 giugno 2007

El collar del tigre


El primer libro deCristóbal Jodorowsky
El collar del tigre psicochamanismo y vida
mr ediciones
en venta en librerías el 19 de junio 2007
Presentación Jueves 21 de junio 20.30hAnfiteatro Gabriela Mistral
CASA DE AMÉRICA Plaza de Cibeles, 2 28014 MADRID

mercoledì 6 giugno 2007

Rita Ciprelli



"Nei momenti difficili della storia, quando i valori creati dagli uomini sono in pericolo o stanno per mutare, sempre restano dei gruppi o degli individui isolati che ne custodiscono per istinto le testimonianze"

da "Archivi" Rita Ciprelli

sabato 2 giugno 2007

Il fanciullo che c'è in te




IL FANCIULLO CHE C’ E’ IN TE
Ci sono molti modi di pensare alla propria infanzia: come ad un bene perduto, l’età dell’innocenza, come ad una sorta di limbo immemore in cui ancora non si davano i significati alla vita, come la risposta storiografica nella ricerca della propria identità. Vi è però, spesso, una sorta di condiscendenza, di malinconica superiorità nel guardarsi indietro, nel vedersi bambini, quasi che al bambino di allora mancasse la parte più sostanziale della vita, l’esperienza, per potersi dire compiuto.
Quando però l’infanzia incontra l’esperienza sembra perdersi in essa, piano piano, sembra disfarsi come una tela il cui bandolo è impigliato nella vita, costretto a seguirla nei suoi giri guadagnando nuovi spazi ma perdendo la propria origine.
L ‘origine, il fanciullo che siamo stati, non è un ricordo, è molto di più, è forse quello che maggiormente si avvicina alla nostra verità personale: il bambino custodisce il tesoro dell’intatto, della vita selvatica e della promessa che ci ha catturati e fatti “discendere” per seguire una traccia irrinunciabile. Quale traccia? Quale conio per l’unica moneta “vera” da spendere? Non stà a noi dirlo, saperlo, ma la risposta indugia sui visi di uomo e di donna che si con-fondono su se stessi, si riuniscono in trasparenze dove non si può dire cosa sia prima e cosa dopo.
Il fanciullo è qui custode e guerriero: conserva il segreto del “perché”, ma al tempo stesso mosra con tutto ciò che è, che è stato, con quello che ha urlato e fatto per liberare il proprio potenziale prima che la vita-l’esperienza lo costringessero allo scontro perdurante per conservarsi e progredire. Da queste foto i bambini lanciano uno sguardo puro e terribile, sguardo di angeli senza bene e senza male, senza pietà per i nostri volti di adulti che hanno saputo, o forse no, mantenere quella promessa.
L’adulto porta un tesoro d’altro tipo, porta il segno di molte contaminazioni, di mescolanze, è il protagonista del faticoso percorso di discesa nel mondo delle cose: l’anima da libera diventa materia, somma di corpo e movimenti spaventati, conquista quotidiana. Il traguardo non è un “luogo”, un’età (la prima o l’ultima saggezza), ma la possibilità di riconoscere tra quali poli stà il filo teso della vita, e percorrere questa visione con leggerezza, come un equilibrista deciso a mantenersi nel mezzo, nel centro, nell’essenza di sé.
In questa mostra, ponendosi oltre le pure suggestioni cronologiche, le autrici restituiscono alla persona una contemporaneità che zittisce, la parola e la storia lasciano il passo al sogno, all’emozione, a territori dove forse solo da fanciulli sapevamo entrare senza timore.

Valentina Erculiani
psicologa
..........
“IL FANCIULLO CHE C’È IN ME” HA 7 E 9 ANNI E CHIEDE:
È VERO NONNA CHE MAI NESSUNO È RIMASTO BAMBINO PER SEMPRE?
Mandra Cerrone
..........
L A FOTOGRAFIA MI REGALA IL PIACERE DI ENTRARE NELLA VITA DELLE PERSONE.
POSSO GUARDARE DA VICINO I LORO VOLTI COSÌ COME SI PUÒ GUARDARE SOLO LA PERSONA CHE SI AMA.
LEGGO NEI SORRISI E NEGLI SGUARDI LA LORO STORIA, NEL FANCIULLO CHE C’È IN LORO LE TRACCE DI UN FUTURO ANCORA DA VENIRE.
FRrancesca Maffei
.........

opere di Mandra Cerrone e Francesca Maffei, anno 2000

venerdì 1 giugno 2007

Cattedrale Vegetale


Cattedrale vegetale
La "Cattedrale Vegetale" ideata dall' artista lombardo, Giuliano Mauri, è il progetto principale dell' edizione 2001 di Arte Sella nell’ambito degli "Incontri Internazionali Arte Natura" ed è stata realizzata con l’apporto fondamentale del Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia Autonoma di Trento.E' ubicata nei pressi di Malga Costa ed ha le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate formate da ottanta colonne di rami intrecciati, alte dodici metri e di un metro di diametro; all' interno di ognuna e' stato messo a dimora un giovane carpino. Le piante cresceranno di circa 50 centimetri all' anno. Con i tagli e le potature saranno adattate a formare fra qualche anno una vera e propria “Cattedrale Vegetale”. La struttura ha un rettangolo di base di 82 metri per 15, un' altezza di 12 metri e copre un' area di 1.230 metri quadrati.Nel corso degli anni gli artifici costruiti per accompagnare la crescita delle piante marciranno e lasceranno completamente il posto ai carpini: allora la natura avrà preso il sopravvento. Rimarrà però indelebile la traccia del dialogo con l’uomo che la natura non dimenticherà.