Il “progetto” Area – Arte
L’Associazione “I Colori del Territorio” presenta, per la sezione arte della sua annuale
manifestazione, una produzione d’arte originale, elaborata da Antonio Zimarino che vede la collaborazione di alcune importanti realtà associative e galleristiche attive in Italia e in Europa.
Il progetto ha messo in “rete” esperienze e ricerche con l’obiettivo di arrivare alla costruzione di un circuito di interscambio di artisti, di idee, di professionalità e di competenze che possano costituire una presenza efficace nel panorama della riflessione e della produzione dell’arte sperimentale contemporanea. La manifestazione si articolerà in due momenti dapprima una “tavola rotonda”, un momento di dialogo e riflessione dal titolo Responsabilità sociale dell’arte e dell’artista proporrà una riflessione teorica e uno scambio di esperienze su un tema attualisssimo e urgente, quello del “legame” e della responsabilità sociale di chi opera, riflette e propone nel campo dell’arte sperimentale Contemporanea. L’Arte rischia a volte una sua autoreferenza, che può trasformarla in banale prodotto e merce di scambio, quando invece ha la possibilità di interrogare la società su realtà e questioni esistenziali, sociali e politiche importanti e profonde; proprio perché un’arte che dica qualcosa non può che essere un arte che nasce da una intelligenza della vita e della realtà.
La mostra di video e immagini d’arte che aprirà a conclusione del momento di dibattito ha come titolo significativo “Non guarderò da un’altra parte”.
Sta ad indicare che le opere degli artisti scelti hanno come comune denominatore una attenzione particolare al mondo e a talune sue problematiche, comuni alla società dove vivono e desiderano in qualche modo andare a fondo e indicare con decisione, provocazione, poesia, emozione, intelligenza azione, il loro pensiero, la loro posizione nei confronti del problema stesso. Sono artisti che “guardano in profondità” il senso delle cose e ci invitano con varie soluzioni e modalità a guardare con lo stesso atteggiamento di comprensione e di impegno I materiali del dibattito, la documentazione fotografica dell’evento verranno raccolti in una pubblicazione che approfondirà in modo più compiuto i temi trattati e il lavoro degli artisti ospiti
Antonio Zimarino
.... gli artisti sono stati selezionati dalle Gallerie e dalle associazioni che hanno collaborato il progetto, tenendo presente il loro coinvolgimento e il loro impegno nel documentare e riflettere intorno a problematiche sociali ed esistenziali attuali e urgenti.
Ad esempio, il video “Necessary Journey” dell’inglese di origini israeliane Oreet Ashery documenta il viaggio reale e metaforico, al di quà e al dil là del “muro” che divide le zone di reciproco controllo israeliano e palestinese. Angelo Colangelo ci propone il video di una performance realizzata a Pescara nel 2006, sull’incomunicabilità e l’aggressività dei nostri
contesti urbani e relazionali; Liuba propone invece una sua performance newyorkese nella quale in veste di “virus” interviene creando scompiglio e rilevando le contraddizioni di una paludatissima manifestazione cultural mercantile del mondo dell’arte contemporanea americana. Mandra Cerrone ci propone una “azione” che ha visto il “lavaggio” metaforico e reale di grandi quantità di denaro, indicando la necessità di un gesto etico concreto per “ripulirlo” dalle sue connotazioni negative. Marcello Caro propone una riflessione sul senso del fare arte sottolineando la necessità dell’attenzione delle relazioni, degli sguardi e dei gesti nel proprio quotidiano. Franco Fiorillo ci fa immergere ipnoticamente e violentemente nella realtà contraddittoria del web proponendoci una sequenza casuale di frammenti, calcolati sul tempo della percezione dei messaggi subliminali, dandoci così una immagine iconograficamente accattivante ma intimamente devastente del non senso della comunicazione totale. PierPaolo Koss propone un video che riflette il trapasso drammatico dell’ex Unione Sovietica verso un sistema capitalista che travolge e distorce identità e ragioni storiche, mostrandoci i frutti miseri del capitalismo imperante. Guglielmo Manenti propone un video su un intervento compiuto per affrontare il problema del degrado e dell’abbandono del paesaggio, raccontando ironicamente un “assalto” per la conquista e il possesso di una struttura bella ma dimenticata, indicando così il desiderio di riappropriarsi dell’arte e della società di luoghi e spazi di significato sociale ed estetico. Paolo Dell’Elce, con grande raffinatezza poetica racconta gesti semplici che servono a richiamare un senso profondo della pienezza del vivere e dell’esistere, raccontato dalla voce e dalla poesia di una poetessa che sa di dover presto morire. Sandro Mele racconta attraverso un volto, le difficoltà generazionali al lavoro e alla sicurezza economica che coinvolge in modo drammatico soprattutto i giovani. Il lavoro inteso come mezzo di dignità e di integrazione sociale, come la vià per costruire la propria personalità sociale e quindi il proprio essere attivi, autonomi e responsabili. Cecilia Falasca ci documenta fotograficamente un suo intervento in una Chiesa Barocca, lì dove delle aste colorate rompono lo spazio fisso della “rappresentazione” per significare di un rapporto più coinvolgente con lo spazio del Sacro. un Emanuela Barbi presenta una straordinaria intuizione sintetica una installazione fotografica che pone la centralità sulla dimensione della nostra natura umana che in quanto tale ci rende aperti alla vita, alla continutà generazionale, alla terra e al nutrimento che da essa ci arriva. E per questo ci rende indispensabile una relazione attenta con gli equilibri e con l’esistente.
L’Associazione “I Colori del Territorio” presenta, per la sezione arte della sua annuale
manifestazione, una produzione d’arte originale, elaborata da Antonio Zimarino che vede la collaborazione di alcune importanti realtà associative e galleristiche attive in Italia e in Europa.
Il progetto ha messo in “rete” esperienze e ricerche con l’obiettivo di arrivare alla costruzione di un circuito di interscambio di artisti, di idee, di professionalità e di competenze che possano costituire una presenza efficace nel panorama della riflessione e della produzione dell’arte sperimentale contemporanea. La manifestazione si articolerà in due momenti dapprima una “tavola rotonda”, un momento di dialogo e riflessione dal titolo Responsabilità sociale dell’arte e dell’artista proporrà una riflessione teorica e uno scambio di esperienze su un tema attualisssimo e urgente, quello del “legame” e della responsabilità sociale di chi opera, riflette e propone nel campo dell’arte sperimentale Contemporanea. L’Arte rischia a volte una sua autoreferenza, che può trasformarla in banale prodotto e merce di scambio, quando invece ha la possibilità di interrogare la società su realtà e questioni esistenziali, sociali e politiche importanti e profonde; proprio perché un’arte che dica qualcosa non può che essere un arte che nasce da una intelligenza della vita e della realtà.
La mostra di video e immagini d’arte che aprirà a conclusione del momento di dibattito ha come titolo significativo “Non guarderò da un’altra parte”.
Sta ad indicare che le opere degli artisti scelti hanno come comune denominatore una attenzione particolare al mondo e a talune sue problematiche, comuni alla società dove vivono e desiderano in qualche modo andare a fondo e indicare con decisione, provocazione, poesia, emozione, intelligenza azione, il loro pensiero, la loro posizione nei confronti del problema stesso. Sono artisti che “guardano in profondità” il senso delle cose e ci invitano con varie soluzioni e modalità a guardare con lo stesso atteggiamento di comprensione e di impegno I materiali del dibattito, la documentazione fotografica dell’evento verranno raccolti in una pubblicazione che approfondirà in modo più compiuto i temi trattati e il lavoro degli artisti ospiti
Antonio Zimarino
.... gli artisti sono stati selezionati dalle Gallerie e dalle associazioni che hanno collaborato il progetto, tenendo presente il loro coinvolgimento e il loro impegno nel documentare e riflettere intorno a problematiche sociali ed esistenziali attuali e urgenti.
Ad esempio, il video “Necessary Journey” dell’inglese di origini israeliane Oreet Ashery documenta il viaggio reale e metaforico, al di quà e al dil là del “muro” che divide le zone di reciproco controllo israeliano e palestinese. Angelo Colangelo ci propone il video di una performance realizzata a Pescara nel 2006, sull’incomunicabilità e l’aggressività dei nostri
contesti urbani e relazionali; Liuba propone invece una sua performance newyorkese nella quale in veste di “virus” interviene creando scompiglio e rilevando le contraddizioni di una paludatissima manifestazione cultural mercantile del mondo dell’arte contemporanea americana. Mandra Cerrone ci propone una “azione” che ha visto il “lavaggio” metaforico e reale di grandi quantità di denaro, indicando la necessità di un gesto etico concreto per “ripulirlo” dalle sue connotazioni negative. Marcello Caro propone una riflessione sul senso del fare arte sottolineando la necessità dell’attenzione delle relazioni, degli sguardi e dei gesti nel proprio quotidiano. Franco Fiorillo ci fa immergere ipnoticamente e violentemente nella realtà contraddittoria del web proponendoci una sequenza casuale di frammenti, calcolati sul tempo della percezione dei messaggi subliminali, dandoci così una immagine iconograficamente accattivante ma intimamente devastente del non senso della comunicazione totale. PierPaolo Koss propone un video che riflette il trapasso drammatico dell’ex Unione Sovietica verso un sistema capitalista che travolge e distorce identità e ragioni storiche, mostrandoci i frutti miseri del capitalismo imperante. Guglielmo Manenti propone un video su un intervento compiuto per affrontare il problema del degrado e dell’abbandono del paesaggio, raccontando ironicamente un “assalto” per la conquista e il possesso di una struttura bella ma dimenticata, indicando così il desiderio di riappropriarsi dell’arte e della società di luoghi e spazi di significato sociale ed estetico. Paolo Dell’Elce, con grande raffinatezza poetica racconta gesti semplici che servono a richiamare un senso profondo della pienezza del vivere e dell’esistere, raccontato dalla voce e dalla poesia di una poetessa che sa di dover presto morire. Sandro Mele racconta attraverso un volto, le difficoltà generazionali al lavoro e alla sicurezza economica che coinvolge in modo drammatico soprattutto i giovani. Il lavoro inteso come mezzo di dignità e di integrazione sociale, come la vià per costruire la propria personalità sociale e quindi il proprio essere attivi, autonomi e responsabili. Cecilia Falasca ci documenta fotograficamente un suo intervento in una Chiesa Barocca, lì dove delle aste colorate rompono lo spazio fisso della “rappresentazione” per significare di un rapporto più coinvolgente con lo spazio del Sacro. un Emanuela Barbi presenta una straordinaria intuizione sintetica una installazione fotografica che pone la centralità sulla dimensione della nostra natura umana che in quanto tale ci rende aperti alla vita, alla continutà generazionale, alla terra e al nutrimento che da essa ci arriva. E per questo ci rende indispensabile una relazione attenta con gli equilibri e con l’esistente.