sabato 24 novembre 2007

Ivan D’Alberto


Il “rosso” come colore: dalla Eat Art alla Drink Art
Riflessione sulla filosofia spoerriana e beuysiana

a cura di Ivan D’Alberto

Il termine enogastronomia pare essere diventato il lemma più usato nella società abruzzese; regione che vanta partecipazioni di alto livello a fiere alimentari di stampo nazionale, europeo ed internazionale. Ma l’Abruzzo è davvero solo terra dei parchi, dei piatti tipici e del corposo Montepulciano?
A quanto pare si! Ma si vuol ben sperare che tutto ciò possa subire, prima o poi, un’evoluzione e immaginare un turista deliziarsi, oltre che di un buon bicchiere di vino rosso e di uno speziato formaggio, anche di qualcos’altro.
Nell’attesa che il “miracolo” si avveri si è pensato di escogitare un “singolare gioco” che mette insieme l’espressione artistica contemporanea con un prodotto tipico della nostra terra.
Se è così difficile apprezzare l’arte contemporanea e, invece, è molto più facile “tuffarsi” tra le leccornie alimentari, perché non usare il cibo e le bevande per dare vita a delle opere d’arte?
Perché non pensare al cibo, alle evenienze del quotidiano e, perché no, al vino rosso come strumenti per l’arte, sublimati in qualcosa di affascinante; qualcosa che metta in mostra la rottura con il passato, con lo scopo di avvicinare il pubblico alle nuove forme espressive, pur all’interno delle dinamiche tipiche di una struttura museale?
Quello che si propone nelle sale espositive del Museo e Archivio degli Artisti Abruzzesi Contemporanei (MAAAC), sito all’interno del Castello medievale di Nocciano, è una performance plurisensoriale in cui, oltre al senso della vista, si può coinvolgere anche quello dell’olfatto e del gusto in una dimensione creativa, attraverso un evento che intende promuovere una realtà espressiva e comunicativa, finalizzata all’integrazione, alla solidarietà e alla ricerca della globalità dei linguaggi. L’arte acquisisce, in questo modo, maggiore vitalità e ogni esperienza estetica è vissuta come esperienza di vita, come forma di connubio tra arte e vita.
Il progetto il “rosso” come colore: dalla Eat Art alla Drink Art prevede il coinvolgimento di 9 artisti abruzzesi quali Luciano Appignani, Mandra Cerrone, Angelo Colangelo, Mario Costantini, Enzo De Leonibus, Stefania Di Bussolo, Enio D’Incecco, Luigia Maggiore e Fabrizio Tridenti, impegnati nella realizzazione di un’opera, una installazione o una performance realizzata con il vino, proveniente da 9 cantine vinicole appartenenti all’Associazione “Vignaioli in Abruzzo”; il prodotto finale sarà un’opera d’arte a tutti gli effetti che svilupperà e stimolerà i nostri sensi. Il risultato vedrà immagini, installazioni e forme espressive di ogni genere, le quali trasformeranno
la fruizione in un percorso e in una scoperta, in una ritualità dell’assaporare, dell’odorare, opere che chiederanno di essere addirittura “bevute”.
È questa la sinergia interattiva tra l’arte ed ogni altra forma di creatività umana, e questa è la volontà espressa nella rassegna espositiva, Il “rosso” come colore: dalla Eat Art alla Drink Art che con giusta follia esprime un singolare “progetto di comunicazione artistico-creativa plurisensoriale”. Una forma espressiva determinata da un mondo sempre alla ricerca di un linguaggio innovativo, volutamente provocatorio e rivoluzionario, che sembra essere la naturale
conseguenza di ciò che illustri predecessori, Daniel Spoerri, Joseph Beuys e in qualche modo Piero Manzoni, già dagli anni Settanta, hanno fatto con la Eat Art realizzando installazioni create con materiali commestibili.
Questo il motivo per cui si da vita ad una rassegna che abbia un inizio (le ricerche espressive di personaggi come Spoerri e Beuys attraverso riflessioni sulla loro filosofia) e un seguito con i 9 artisti abruzzesi chiamati a partecipare ad una sperimentazione artistica, che non appartiene direttamente al proprio percorso creativo, la quale rende protagonista un prodotto tipico della nostra terra: il vino Montepulciano.

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