Perra
Quien puede borrar las huellas
Vera e propria esponente di un'arte "della ripetizione", in senso deleuzeano, Regina Jose' Galindo ritorna nei luoghi che hanno visto il pubblico testimone del dramma della storia e, attraverso il suo corpo, "ripete" azioni. La ripetizione non coincide mai con il ritorno dell'identico ma restituisce la possibilità a cio' che e' stato: non restituisce il passato come tale ma lo rende ancora possibile. Per questo non la rappresentazione ma una sorta di teatro della ripetizione e' al centro dei rituali che Galindo mette in scena: cerimonie singolari, azioni immediate, recitate, messe in atto hic et nunc, ripetute in un movimento reale. Da qui il carattere intrinsecamente politico del suo lavoro: non solo la presentazione di un discorso di genere o un'operazione di denuncia. Senza concepire la "ripetizione" non sono completamente spiegabili opere come quella presentata all'ultima biennale veneziana "( ) golpes" in cui l'artista colpisce il proprio corpo un numero equivalente di volte quante sono le donne guatemalteche ammazzate nell'ultimo anno. Oppure non si interpretano nel loro giusto valore azioni estreme come "Imenoplastia", dove l'artista mette in gioco il proprio corpo. Da qui deriva pero' anche il carattere poetico di tutte le sue opere che lei stessa chiama "atti di psicomagia", sottolineandone il carattere di sofferenza e la forte carica emotiva.
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