La sezione aurea
Nel tentativo di trovare un ordine dentro il disordine, Hartung si è appoggiato alla regola della Sezione Aurea; a questo proposito afferma: “Sono stato sempre alla ricerca di principi, leggi alchemiche che potessero rovesciare il ritmo, i movimenti, i colori, compiere la trasformazione del disordine apparente, con il solo fine di convertirlo in un movimento perfetto, e così creare ordine nel disordine, ordine attraverso il disordine. Volevo sentirmi partecipe delle forze che reggono la natura. Volevo tradurre in forme, in immagini, i principi della materia che pur sembrando disordinati e arbitrari, sono in verità retti da una volontà che li rende armonici e ordinati […]. Mi accanivo a svelare i misteri, di cui analizzavo tutte le possibilità […]. La Sezione Aurea è una ricerca di armonia, e di un giusto equilibrio […]. Esiste un’unica misura che preserva l’unità del tutto: quella, appunto della Sezione Aurea […]. Avevo la sensazione di partecipare alle forze che reggono la natura […]. Nessuno ancora aveva pensato di applicare le regole della Sezione Aurea alla scelta e alla composizione dei colori, dei volumi, dello spazio. Io ne ero come ossessionato: contavo, dividevo, moltiplicavo […]. Ero sempre alla ricerca di una legge, di una regola aurea: alchimista del ritmo, del movimento del colore […]. Se sono rimasto così a lungo fedele alla Sezione Aurea è perché essa soddisfa il mio bisogno di regola: regola che presiede a quel che faccio […]. Non credo che sia vincolante cercare sempre e ovunque la Sezione Aurea, ma credo che rimanga una opportuna regola di partenza: una regola di forma, e anche una regola morale”.
Nel tentativo di trovare un ordine dentro il disordine, Hartung si è appoggiato alla regola della Sezione Aurea; a questo proposito afferma: “Sono stato sempre alla ricerca di principi, leggi alchemiche che potessero rovesciare il ritmo, i movimenti, i colori, compiere la trasformazione del disordine apparente, con il solo fine di convertirlo in un movimento perfetto, e così creare ordine nel disordine, ordine attraverso il disordine. Volevo sentirmi partecipe delle forze che reggono la natura. Volevo tradurre in forme, in immagini, i principi della materia che pur sembrando disordinati e arbitrari, sono in verità retti da una volontà che li rende armonici e ordinati […]. Mi accanivo a svelare i misteri, di cui analizzavo tutte le possibilità […]. La Sezione Aurea è una ricerca di armonia, e di un giusto equilibrio […]. Esiste un’unica misura che preserva l’unità del tutto: quella, appunto della Sezione Aurea […]. Avevo la sensazione di partecipare alle forze che reggono la natura […]. Nessuno ancora aveva pensato di applicare le regole della Sezione Aurea alla scelta e alla composizione dei colori, dei volumi, dello spazio. Io ne ero come ossessionato: contavo, dividevo, moltiplicavo […]. Ero sempre alla ricerca di una legge, di una regola aurea: alchimista del ritmo, del movimento del colore […]. Se sono rimasto così a lungo fedele alla Sezione Aurea è perché essa soddisfa il mio bisogno di regola: regola che presiede a quel che faccio […]. Non credo che sia vincolante cercare sempre e ovunque la Sezione Aurea, ma credo che rimanga una opportuna regola di partenza: una regola di forma, e anche una regola morale”.
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