È nell’antica saggezza dei Tarocchi – ponte simbolico fra i due estremi dell’intuizione e della ragione – che si trova la definizione di ciò che è, o meglio dovrebbe essere l’uomo secondo Alejandro Jodorowsky. Artista poliedrico, personalità controversa e affascinante a metà fra uno psicoterapeuta sui generis e uno sciamano laico, Jodorowsky ha vissuto un’esistenza in costante tensione fra il bisogno di trascendenza, la ricerca delle verità ultime e la necessità di agire concretamente sulla realtà. L’immaginazione attiva – che apre la mente al cambiamento e al pensiero multiplo – è la chiave della sua visione del mondo; la psicomagia – sorta di psicoterapia aperta al sovrannaturale, che libera dalle proprie prigioni fisiche e mentali attraverso atti metaforici e catartici – è il metodo per raggiungerla.
Celebrato come un guru e un maestro di vita, osteggiato come un ciarlatano, sempre in bilico fra il dubbio scettico e l’adorazione incondizionata, Jodorowsky, in cinquant’anni di vagabondaggi per il mondo, dal nativo Cile al Messico, dagli Stati Uniti all’Europa, ha fatto il clown, l’attore, il regista, ha messo in scena centinaia di spettacoli, ha fondato con Roland Topor e Fernando Arrabal un movimento post-surrealista (il Movimento Panico), ha girato due apprezzate pellicole come El Topo e La Montagna Sacra, ha scritto poesie, libri, sceneggiature per il cinema e i fumetti, testi per il teatro, ha studiato la stregoneria medievale, il taoismo zen, le tradizioni degli sciamani messicani, ha tenuto centinaia di affollatissime conferenze-happening sulla psicomagia... Un’incessante scorribanda per i saperi del pianeta che trova la sua unità e il suo scopo nella capacità trasformatrice dell’arte: un’ “arte che cura” e che rimane l’unico mezzo per comprendere la magia del mondo, il suo lato misterioso e imprevedibile che sfugge ai nostri abituali ristretti parametri di valutazione. Perchè il segreto sta sempre nella disponibilità a capire, a mettersi in gioco, e, come nei Tarocchi, «è tutto nella domanda»
Celebrato come un guru e un maestro di vita, osteggiato come un ciarlatano, sempre in bilico fra il dubbio scettico e l’adorazione incondizionata, Jodorowsky, in cinquant’anni di vagabondaggi per il mondo, dal nativo Cile al Messico, dagli Stati Uniti all’Europa, ha fatto il clown, l’attore, il regista, ha messo in scena centinaia di spettacoli, ha fondato con Roland Topor e Fernando Arrabal un movimento post-surrealista (il Movimento Panico), ha girato due apprezzate pellicole come El Topo e La Montagna Sacra, ha scritto poesie, libri, sceneggiature per il cinema e i fumetti, testi per il teatro, ha studiato la stregoneria medievale, il taoismo zen, le tradizioni degli sciamani messicani, ha tenuto centinaia di affollatissime conferenze-happening sulla psicomagia... Un’incessante scorribanda per i saperi del pianeta che trova la sua unità e il suo scopo nella capacità trasformatrice dell’arte: un’ “arte che cura” e che rimane l’unico mezzo per comprendere la magia del mondo, il suo lato misterioso e imprevedibile che sfugge ai nostri abituali ristretti parametri di valutazione. Perchè il segreto sta sempre nella disponibilità a capire, a mettersi in gioco, e, come nei Tarocchi, «è tutto nella domanda»
24 maggio - 7 giugno
Nessun commento:
Posta un commento